di W. Marra per Il FQ, 14-6-19
“Come si cambia per non morire”: potrebbe essere il titolo di una canzone di Fiorella Mannoia a spiegare le manovre dei renziani, intenti a riallacciare un impensabile dialogo con i Cinque Stelle.
STAMATTINA a Barga, in provincia di Lucca, nel teatro dei Differenti, una strana coppia celebrerà il bicentenario della nascita del patriota garibaldino, Antonio Mordini.
Si tratta del capogruppo in Senato del Pd Andrea Marcucci e del presidente della Camera, Roberto Fico.
Il primo è uno degli uomini più vicini in origine a Matteo Renzi e ora a Luca Lotti.
Il secondo è esponente di rilievo dell’area più a sinistra dei Cinque Stelle, quello che più ha sofferto il governo con Matteo Salvini. Lucca è praticamente il feudo di Marcucci che ha pure sposato una Mordini. Ed è da lui che è partito l’invito per Fico.
Il Presidente della Camera l’avrebbe ricevuto e accettato mesi fa, visto che si tratta di un evento istituzionale. Ma dato il momento in cui arriva, con le incognite sul futuro del governo gialloverde, per Marcucci è un’occasione per provare a far partire un dialogo.
Obiettivo: evitare il voto. Ma come, non erano proprio i renziani i più ostili a un’allean – za con il Movimento? Le cose cambiano.
Se si dovesse andare a votare i piu penalizzati sarebbero i Cinque Stelle e i renziani, che nelle liste di Zingaretti avrebbero una rappresentanza assai scarsa. Ottimo motivo per cercare di evitare le urne a tutti i costi.
D’altra parte, la riunione di un paio di settimane fa di Br (Base Riformista), la corrente di Lotti, di cui fa parte Marcucci, si è concentrata tutta su questo, argomentando con la necessità di evitare di consegnare il paese a Salvini.
Nei giorni scorsi, dicono, Antonello Giacomelli (altro big “lottiano”) ha sostenuto in chiaro che è arrivato il momento di dialogare col M5S. Che andare al voto subito sarebbe un problema per il Pd lo vanno dicendo anche Graziano Delrio e Dario Franceschini.
Tutto questo potrebbe convergere con la volontà di Sergio Mattarella di non sciogliere immediatamente le urne. Una maggioranza organica Pd – Cinque Stelle, trainata dai renziani è comunque ipotesi abbastanza remota.
Anche perché Nicola Zingaretti si troverebbe stretto in un angolo paradossale, come l’unico che vuole votare.
Questa complessa tela dovrebbe però tener conto di un altro personaggio, Giuseppe Conte, oggi tra i riferimenti dello stesso capo dello Stato.
“Non va di moda Fico, ma Conte”, scherzava ieri Maria Elena Boschi. E lei il premier lo conosce da anni. A proposito di convergenze.”