«La sinistra è al livello più basso della sua storia, ha perso il referendum istituzionale, e non era facile. Ti si dimezza il consenso elettorale, ma vuoi fermarti a capire che cosa è successo?»
Comincia così Uolter l’americano a Otto e Mezzo ieri sera davanti ad una Lillona attonita, sorpresa, e amareggiata per le bordate che si preannunciano contro il suo amato ragazzaccio di Rignano.
«Il Pd si è infilato prima a decidere chi fa il vicepresidente della Camera e poi in una discussione di cui si fatica a capire il senso. La prima cosa da fare è capire le ragioni della sconfitta, nessuno ha detto ‘scusate’, un’autocritica, e non solo Renzi.»
Uolter continua che ha ricevuto telefonate da molti esponenti del partito, che lui ha contribuito a fondare, anche Martina, ma Renzi no, non l’ha mai chiamato.
A lui non servono consigli evidentemente.
E invece di arroccare se stesso e tutto il partito sull’Aventino, dichiarandosi da subito “opposizione”, ma di che, di chi, di cosa se non c’è ancora il governo?, cosa avrebbe dovuto fare? Cos avrebbe fatto lui?
“Poi sarei andato da Mattarella a dirgli:
«cegli una persona di qualità’. Un uomo come Raffaele Cantone».
Attorno a una figura come quella del presidente dell’Autorità anticorruzione avrebbe potuto coagularsi “un governo di qualità, con il consenso di Pd-Leu-M5S” oltretutto con “un contenuto di innovazione e di sfida”, continua Uolter.
Perchè il M5S non è come la Lega, non è un partito di destra:
«Non penso che gli esponenti del Movimento 5 Stelle siano ‘pentafascisti’ o che siano come la Lega, perché una parte consistente dei nostri elettori ha votato per loro e non credo che siano diventati fascisti ».
Il finale? Lega e M5S, dice Veltroni, puntano a nuove elezioni “per crescere entrambi e poi fare un governo assieme dopo che Salvini ha mollato Berlusconi“.
E il PD scomparirà così come scomparirà Forza Italia e finalmente Berlusconi.