Notiziona: anche a Milano ci sono le buche nelle strade. Avvertenza preventiva ai lettori: non vogliamo fare alcun confronto con Roma, che ha già i suoi Soloni che sanno tutto di buche, spazzatura, giornalismi e processi alla sindaca. Non ci intromettiamo. Vogliamo semplicemente parlare di Milano e di una sua emergenza.
Nella scorsa settimana di cattivo tempo, ci sono stati ben 500 interventi per rappezzare buche nelle strade, che hanno rischiato di fare danni gravi alla circolazione di auto, moto e biciclette.
Due giorni fa, un autobus della linea 61 ha infilato una grande buca nell’asfalto di via Beato Angelico e a causa del botto ha perso carburante per strada. Il giorno prima, si era aperta una voragine in via Fantoli, zona Mecenate: nessun ferito, ma traffico in tilt.
In viale Corsica sono fiorite sette buche, una Orsa Maggiore dell’asfalto distrutto. In via Strabone, quartiere Isola, da tempo gli abitanti protestano sostenendo che per loro è difficile perfino camminare per strada, figurarsi guidare una bici o un motorino.
Davanti alla Stazione Centrale, proprio a pochi metri dal Pirellone sede del Consiglio regionale della Lombardia, c’è la Luisona delle buche milanesi, una fossa lunga e profonda che continua a riaprirsi accanto alla rotaia del tram, che gli automobilisti (e soprattutto i tassisti) devono evitare con manovre di destrezza da rally per non restare incastrati con le ruote.
Democratiche, la buche milanesi: si aprono in centro come in periferia, nelle vie dei ricchi e in quelle dei poveri. L’assessore all’Ambiente e alla mobilità, Marco Granelli, ha ammesso l’emergenza: “A causa delle piogge cadute in modo abbondante e straordinario dopo mesi di siccità, si sono aperte nelle strade milanesi diverse buche.
Grazie alle segnalazioni dei cittadini, della polizia locale e ai nostri monitoraggi, siamo intervenuti in molte località”. “Il lavoro continua”, conclude l’assessore, “e soprattutto continua l’attività di controllo, per questo ogni segnalazione per noi è importante”.
Non è male che l’amministrazione pubblica chieda ai milanesi di segnalare le buche, invece di ritenere fastidiose le proteste dei cittadini.
Naturalmente anche qui non manca chi usa le buche per lanciare un attacco politico: l’ex vicesindaco di centrodestra Riccardo De Corato, per esempio, già nel marzo scorso protestava così: “Le strade milanesi conciate peggio di Roma sono evidentemente frutto della non manutenzione del recente passato. Ai tempi del centrodestra, appena chiuse le scuole, passavamo due mesi a lavorare intensamente sulla rete stradale”.
Il bilancio preventivo 2018 del Comune di Milano prevede 56,1 milioni di euro per spese di manutenzione delle strade, 10 milioni in più dell’anno scorso, con un incremento di risorse del 22 per cento.
Di questi soldi, 32 milioni saranno impiegati per la manutenzione straordinaria (nuove pose d’asfalto, scivoli e allargamento dei marciapiedi) e 9 milioni invece per la manutenzione ordinaria delle strade, cioè rappezzi dell’asfalto e copertura delle buche.
Ma c’è un problema a monte che andrebbe affrontato: quello della qualità degli asfalti e dei lavori stradali.
Se le vie milanesi ogni anno si trasformano in un calvario di buche per chi usa le quattro e (ancor più) le due ruote, siamo sicuri che i lavori iniziali d’asfaltatura siano stati fatti per bene? O dovremo aspettare una inchiesta giudiziaria, una Strade Pulite, per scoprire che chi vince gli appalti risparmia sui materiali e chi dovrebbe controllare non lo fa?
Gianni Barbacetto per il Fatto Quotifdiano