Lettera al Fatto Quotidiano:
“GENTILE REDAZIONE, ho appena letto che il ministero della Cultura ucraino ha inserito Al Bano nella black-list delle persone considerate “una minaccia” alla sicurezza nazionale. È uno scherzo o una oculata strategia di propaganda anti-russa?” L. F.
Risponde Salvatore Cannavò
“AL BANO NON È L’UNICO CANTANTE su cui l’Ucraina pone il veto.
Nell’elenco degli artisti a cui viene negato il visto di ingresso, pubblicata dal ministero della Cultura dallagosto del 2015, insieme al cantante italiano, aggiunto lo scorso 6 marzo, compaiono altre 146 persone, tutte colpevoli di aver esternato la propria ammirazione per il presidente russo, Vladimir Putin (e Al Bano lo ha riconfermato proprio ieri).
Fra di loro anche l’attore francese Gerard Depardieu e quello americano Steven Seagal. Ma anche Yuliya Samoilova, la cantante russa in sedia a rotelle che era stata candidata da Mosca all’Eurovision 2017, edizione ospitata proprio in Ucraina.
Molti degli artisti considerati come minaccia alla sicurezza nazionale ucraina si sono esibiti in Crimea o ne hanno sostenuto l’annessione alla Russia.
La misura, dunque, che certamente mostra lo stato di paranoia cui è soggetto il governo di Kiev, si inscrive in un quadro più ampio di politica anti-russa a cui corrisponde, ovviamente, un’analoga politica da parte di Mosca che, tra l’altro, nel 2014 si è annessa senza colpo ferire la Crimea.
In realtà stiamo vivendo una vera e propria “guerra fredda” tra i due Paesi che si materializza, oltreché in episodi guerreggiati, come lo speronamento delle tre navi ucraine nel mare di Azov, per fatti simbolici come quello che riguarda Al Bano.
A fine febbraio, ad esempio, l’Ucraina aveva annunciato la decisione di non partecipare all’Eurovision (che si terrà a maggio in Israele) dopo che la cantante più votata e quindi scelta dal broadcaster nazionale Maruv aveva rifiutato di accogliere le richieste imposte dagli organizzatori, fra cui la cancellazione dei concerti che aveva previsto in Russia.
Senza contare la recente “scissione” della Chiesa ortodossa ucraina da quella russa, con la benedizione del patriarca di Costantinopoli.
Non a caso, ieri, le truppe russe in Crimea sono state rafforzate “in modo da proteggere il territorio della penisola e gli interessi della Russia nel Mar Nero”, come ha dichiarato il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu. Guerra fredda, ma sempre sul punto di divenire molto calda.
E che ieri si è abbattuta sull’incolpevole Al Bano. “