In risposta ad un mio link sull’intervista di Tommaso Labate a Becchi, Alessandro risponde sul mio muro:
Alessandro Cataliotti: Beh, la rete e’ stata sovrana. Ha deciso con qualche click cosa dovranno votare i senatori 5 stelle. Cosa ha da lamentarsi Becchi? Forse proprio a gente come lui, alludeva Grillo nel suo post citando la sindrome di Procuste. Dal punto di vista politico e’ stata la soluzione più vantaggiosa al M5S. Il voto al Senato da parte dei Senatori (senza consulto con la rete) sarebbe comunque stato un bagno di sangue per il M5S.
Se avessero votato SI all’autorizzazione (cosa che personalmente avrei fatto), Salvini ne avrebbe approfittato per far cadere il Governo, e addossare ai 5 stelle le responsabilità facendoli, quindi, sembrare incapaci di governare. Immagino già la campagna di mediatica stampa e TV a tal proposito…
Se avessero votato NO all’autorizzazione, avrebbero perso tutto il consenso fra gli elettori del movimento perché avrebbero tradito lo spirito e uno dei principi fondanti del movimento stesso.
Lasciando che siano stati gli iscritti a votare con un quesito che non lasciava una vera possibilità di scelta, perché alla domanda “ritenete che il Ministro abbia agito per interesse del Paese” cosa vuoi rispondere? No, ha agito per interesse della sua mamma?
Ovvia la risposta, SI.
E la conseguenza di tale risposta era il NO all’autorizzazione, disinnescando Salvini e il suo piano di sganciarsi dal Governo coi 5 Stelle.
Salvini sa bene che più dura questo governo più le riforme dei 5 stelle porteranno frutti concreti nel Paese, e che poi sarà difficile contrastare.
Per lui, prima cade questo governo meglio e’, ma solo se riesce ad addossare ai 5 stelle le colpe. Altrimenti, meglio mantenere il governo gialloverde.
Quindi ritengo che, in una situazione comunque a perdere, Di Maio e’ riuscito, in modo molto furbo, ad evitare il peggio.
Perdera’ qualche voto? Certamente, ma ne avrebbe persi molto di più’ senza questo stratagemma del voto agli iscritti, con un quesito pilotato che lasciava solo l’apparenza della libera scelta, ma che in realtà condizionava parecchio la risposta.
E’ per questo che a mio avviso e’ stato, dal punto di vista politico, davvero bravo.
E’ inevitabile che pagheranno. Ma non c’erano vie d’uscita migliori di questa. Di Maio ha comprato TEMPO, se l’ha pagato caro o a buon mercato lo vedremo.
Ha salvato il suo Governo, ha il tempo di mettere a frutto le sue riforme (quella giudiziaria, quella del reddito, etc).
Se queste riforme porteranno un cambiamento positivo nel paese, credo che il prezzo da pagare sarà basso, altrimenti….. Lui comunque non ci sarà più.