“Caro Zingaretti, non farti stritolare dalle lotte di potere””
Stralcio di un’interessante intervista di Achille Occhetto a cura di Silvia Truzzi per Il FQ, 16-01-20
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Che pensa dell’annuncio di Zingaretti: “Sciolgo il Pd”?
Finalmente arriva un momento di riflessione, dopo la batosta elettorale del 2018. Per la prima volta si prende atto della necessità di un cambiamento profondo. Ma a Zingaretti dico: il cambiamento non può avvenire nel chiuso di un congresso, altrimenti verrà stritolato nella solita dinamica dello scontro di potere tra correnti. Un congresso deve essere convocato ma solo per promuovere una costituente della sinistra che chiami a raccolta tutte le forze democratiche. Non ci si può limitare all’ennesimo cambio di nome o all’ingegneria organizzativa. È necessario un coinvolgimento di tutte le energie sociali e intellettuali – penso ai giovani che si battono per l’ambiente, ai sindacati, alle Sardine – che mal sopportano la deriva di destra. Una costituente aperta che faccia incontrare tutti i democratici in un luogo del futuro in cui le radici non vengono mutilate, ma possano germogliare su un terreno bonificato dalle fusioni a freddo di centri di potere. Una sinistra sommersa cerca rappresentanza.
Lo sfondo della Bolognina fu la fine del blocco sovietico. Oggi?
Al centro c’è una crisi planetaria delle democrazie. La prima sfida è sottoporre l’economia globalizzata a un controllo democratico, altrimenti vinceranno le destre. Al falso sovranismo nazionalista va contrapposto un sovranismo sovranazionale, a cominciare da un ripensamento dell’Europa.
Parliamo alle Sardine.
Non sono un soggetto politico, è ridicolo che gli venga domandato. Sarebbe già importante capire l’importanza del loro esistere per aver gettato il germe di una nuova narrazione contrapposta a quella di Salvini. Non me l’aspettavo, m’ero rassegnato a quell’abisso culturale e politico che abbiamo visto al Papeete: non si faceva che magnificare, anche a sinistra, le doti comunicative della destra capace di parlare al popolo. Loro hanno dimostrato che non è così.
Romano Prodi ha detto: “Bisogna tornare al rapporto con la gente e finirla con il partito che diventa un club a uso esclusivo di 10 persone”. Perché non si riesce a ristabilire la benedetta connessione sentimentale?
Io non sono entrato nel Pd perché era una fusione a freddo. Poi abbiamo avuto altre scissioni a freddo. Non ho una ricetta, ma non bisogna avere paura di muoversi verso orizzonti inediti. È perfino una banalità dire che bisogna ritrovare il dialogo con la gente, purtroppo però è vero.
Perché quelli che votavano Pci oggi votano Salvini?
Succede ovunque nel mondo. Le sinistre sono state colpevolmente prigioniere delle politiche liberiste e neocapitaliste, a cui quando hanno governato sono state subalterne. Chi ne è stato penalizzato si rivolta contro le forze che non sono state argine a questa deriva. È facile dare uno sbocco al disagio con parole d’ordine ingannevoli. La globalizzazione ha portato fuori dalla povertà milioni di persone nel Terzo mondo, ma ha creato sacche di abbandono. Un altro effetto è stata la contrapposizione, falsamente posta, tra diritti sociali e civili.
Venendo alla pratica: l’articolo 18 va ripristinato?
Non si tratta semplicemente di ristabilire i principi di prima, né di accettare la situazione frammentata di oggi. Ci vuole un nuovo Statuto dei lavoratori per ribadire i valori di giustizia sociale, dignità e diritti del lavoro che hanno guidato le nostre lotte come comunisti, ma individuando strumenti nuovi.
Possibile che tentennino perfino sui decreti Sicurezza?
Non ci sarà nessuna svolta se non li aboliscono.
L’alleanza strutturale con i 5 Stelle è probabile?
Non credo, un’alleanza vera può avvenire solo nel contesto allargato di cui parlavo prima. Le due forze devono rimettersi completamente in discussione. Così come sono non vanno da nessuna parte. Ne abbiamo quotidiana dimostrazione: discutono su tutto!
Renzi dice che il Pd non deve imitare Corbyn.
Vero. Ma, caro Renzi, nemmeno Blair. Abbiamo visto che disastro ha causato il blairismo di Renzi…
Che succederà nell’Emilia laboratorio?
Non lo so. Ma spero ardentemente che vinca Bonaccini. Non sono in gioco solo le sorti del Pd, ma il benessere di tutta la democrazia.