a cura di Lorenzo Giarelli per Il FQ, 12-6-19
LORENZO PREGLIASCO, Cofondatore di YouTrend e Quorum
I sostenitori dei 5Stelle sentono i dem troppo lontani per votarli.
Mi aspettavo un’alta astensione degli elettori dei Cinque Stelle al ballottaggio, che è una costante di quando il loro candidato è escluso. C’è anche da dire che a questa tornata in molte città il Movimento aveva preso un 5, un 8 o un 10 per cento al primo turno, dunque non parliamo di un orientamento che al ballottaggio sarebbe stato di sicuro decisivo, tutt’altro.
Anche per questo fatico a dare un’interpretazione a queste elezioni che non sia locale, più che nazionale. Quel che si può dire, anche tenendo conto del caso di Campobasso, è che probabilmente gli elettori del Movimento 5 Stelle percepiscono il Pd più lontano di quanto gli elettori di centrosinistra non percepiscano i 5 Stelle.
Anche in questo caso però hanno pesato variabili locali: la candidata di centrodestra a Campobasso era molto debole e già al primo turno aveva subìto un forte voto disgiunto, segno che anche chi aveva votato le sue liste aveva scelto un altro sindaco.
GIANFRANCO PASQUINO, Politologo Emerito di Scienza Politica a Bologna
Alle prossime Politiche l’unica novità possibile sarà l’asse Pd-5S.
Dai dati dei flussi sembra che ci sia stata una grande perplessità negli elettori del Movimento 5 Stelle nell’appoggiare il candidato del centrodestra. In genere hanno preferito l’astensione, ma chi è andato a votare ha favorito per lo più il centrosinistra, anche se poi sono dati che dipendono molto dalle variabili locali.
Di certo non aiuta il fatto che nei territori la Lega sia ancora alleata di Berlusconi, indigeribile per i Cinque Stelle. Il fenomeno più significativo però è quello di Campobasso, dove pur nella limitatezza del caso si è visto che gli elettori di centrosinistra hanno votato quasi tutti il candidato dei Cinque Stelle.
Questo ci dice che se il Pd vuole essere un’alternativa a Salvini allora l’unico campo dove può recuperare voti è quello dei Cinque Stelle, ma ci mostra anche che è lì che può formare un’eventuale alleanza futura, perché difficilmente con il suo 22-23% può pensare di governare da solo. Su questo dovrebbero riflettere anche i vertici nazionali.
PIETRO VENTO, Sondaggista, Dirige l’istituto di ricerche Demopolis
L’elettore grillino non “tradisce”. O sceglie loro oppure si astiene.
C’ è una costante nelle elezioni comunali degli ultimi anni: al ballottaggio gli elettori del Movimento, se non possono scegliere un loro candidato, molto spesso preferiscono l’astensione.
Non dimentichiamo neanche quanto accaduto per le europee, quando dei 6 milioni di voti persi dai Cinque Stelle ben 4 sono di persone che non sono andate alle urne. Un dato impressionante, che indica come se non si può votare a favore, per un qualunque motivo, non si “tradisce”.
In queste Amministrative il punto centrale credo che rimanga: gli elettori M5S si sono per lo più astenuti. In alcune città però possiamo sicuramente notare una tendenza a preferire il centrosinistra, per quanto sia una forzatura darne una lettura nazionale.
Livorno è l’emblema di questi casi, ma ci indica anche come fosse improprio parlare di “elettori del Movimento”: erano elettori di centrosinistra delusi che ora in maggoranza potrebbero aver scelto di tornare in quell’area di riferimento.“