Luciano Odorisio

Carola-Antigone: Giusto il paragone di Massimo Fini?

Lettere di risposta a Massimo Fini, autore dell’articolo che potete leggere QUI.

ENRICO COSTANTINI:

SEGUO DA ANNI Massimo Fini, ma devo con rammarico dissentire dal suo articolo sulla vicenda Rackete-Salvini a Lampedusa. 

Credo abbia perso un po’ di lucidità, perché Antigone, che lui cita per giustificare la Rackete, è una tragedia greca di Sofocle, mentre qui parliamo di realtà, di politica e di vita vera. 

Se Rackete può violare una dozzina di leggi italiane, oltre alle pronuncia di Tar e Corte di Strasburgo, la prossima volta che verrò fermato dalla polizia perché sforo i limiti di velocità, potrò dire che correvo in farmacia… 

Se poi Fini non intende che qui non si tratta del problema di 40 persone ma di stabilire un principio definitivo, pena l’invasione dell’Italia, allora significa che non ha messo a fuoco la realtà.

MARCELLO SCALZO:

CARO FINI, ho letto il suo articolo su Creonte-Salvini e Antigone-Carola. In matematica, la dimostrazione di un teorema può essere condotta in vari modi, compreso quello di partire da assunti falsi, ma quando si abbandona l’ambito matematico procedere con ipotesi false è fuorviante. 

Lei contrappone il rispetto del diritto con il rispetto dell’etica: caro Fini, l’etica ha il suo valore ma la gestione di una nazione richiede sempre e prima di tutto il rispetto delle regole. Lei nei fatti ha aperto le porte alla disobbedienza civile, ma l’etica è una convenzione, a meno che anche lei non creda alla Befana. 

Risponde MASSIMO FINI:

IO HO SCRITTO fin dalle prime righe che Matteo Salvini in punta di diritto ha ragione e Carola Rackete torto. 

Su questo piano non capisco quindi i dubbi dei due lettori. 

Anche Marco Travaglio, pur giudicando il pezzo “splendido”, sta in questo caso dalla parte di Salvini. 

Ma io in questa occasione faccio solo un raffronto umano fra i due personaggi in campo. E qui mi pare che il pendolo pencoli dalla parte della ragazza. 

Lei ha coraggio, lui no. 

Salvini, come ministro degli Interni, ha il dovere di far rispettare le leggi, ma la sua competenza si ferma qui. Come rappresentante delle nostre istituzioni, e quindi del nostro Paese, non dovrebbe andarsi a sdraiare ai piedi di Donald Trump che è il nemico numero uno dell’Europa e quindi anche dell’Italia. 

Ma c’è anche un’altra, e più importante, questione che riguarda proprio i migranti. 

L’80% di costoro non fuggono da guerre ma, ridotti alla fame, vengono dall’Africa subsahariana. 

Chi li ha ridotti alla fame? Il modello di sviluppo occidentale, che in altra occasione ho definito “paranoico”, cui anche noi apparteniamo, che negli ultimi cinquant’anni ne ha stravolto l’economia, la socialità, la cultura. 

Quindi Salvini e tutti i Salvini dell’Occidente hanno diritto a prendere a cannonate i migranti, ma solo a patto che l’Eni, la Total e tutte le altre commendevoli aziende si ritirino dall’Africa nera che sfruttano con un colonialismo economico che è anche peggiore di quello classico. 

A proposito della “disubbidienza civile” non posso che riprendere l’undicesimo punto del mio “Manifesto dell’Antimodernità” del 2008, che dice: 

“Sì alla disobbedienza civile globale. Se dall’alto non si riconosce più l’intangibilità della sovranità degli Stati, allora è diritto di ciascuno di non riconoscersi più in uno Stato”.

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